venerdì 19 giugno 2015

Garbage picking e dumpster diving: una scomoda verita´

Garbage picking/ dumpster diving.

Domanda ai miei lettori: sapete il significato di questi due termini?

Consiglio: Non fate affidamento su Wikipedia.it perche´ non vi troverete nessun risultato.

Ancora una volta, mettero´ gratuitamente le mie facolta´di traduttrice a beneficio di chi non conosce la lingua inglese.

Da Wikipedia.en

"Garbage  picking" e´ la pratica di setacciare i rifiuti urbani e commerciali alla ricerca di prodotti che sono stati rigettati dai loro proprietari, ma che si rivelano utili al "garbage picker", (in italiano - molto piu´umilmente - raccoglitore di immondizia, NdA) .
Garbage picking viene anche praticato in cassonetti o in discariche.
Quando cio´ avviene per i cassonetti, l´azione viene chiamata "dumpster diving" negli States -  ossia, tradotto letteralmente in italiano, "immersione nel cassonetto" o "skipping", in Gran Bretagna.
La pratica del "dumpster diving" e´un´efficace tecnica di approviggionamento urbano.
I "sommozzatori del cassonetto" (dumpster divers) cercano spesso prodotti come vestiti, mobili, cibo e altri oggetti funzionanti. Molti di questi lo fanno per necessita´finanziarie mentre altri sono dei professionisti del settore che arrivano a guadagnare anche centinaia di migliaia di dollari all´anno.


La mia esperienza come Garbage Picker

Personalmente io sono stata - e sono tutt´ora, quando le circostanze lo permettono - una "garbage picker".

Il cassonetto -  a prima vista
Lo sono ufficialmente diventata in Amazzonia, quando era semplicemente (o stupidamente) impossibile non esserlo!

Ogni giorno, cassonetti zeppi di ortaggi e frutta venivano (e ancor´oggi, vengono) gettati via o dati ai porci, pratica in un certo senso piu´ ecofriendly rispetto ai Paesi Industrializzati come U.S ed Europa dove invece vengono inceneriti.

Anche in Venezuela ho avuto modo di alimentarmi quotidianamente con cio´che il consumatore medio non si degna di comprare perche´ maturo, imperfetto o ammaccato.

Ci provai anche a Roma anni prima ma purtroppo a causa - credo - del piu´ elevato livello di "civilizzazione" instillato nelle menti automatizzate delle persone, non mi si diede spazio per farlo.

E´veramente triste vedere questi sprechi con i propri occhi; un po´meno sentirne solo parlare.



Anche voi lettori potete sperimentare cio´di cui vi sto parlando. Basta che apriate gli occhi e guardiate sotto ai banchi degli ortofrutta o sul retro dei supermercati (se e´possibile accedervi).

Di seguito, alcuni esempi di cibo recuperati dal cassonetto.

Frutta per il giorno seguente (in alto)
Resti del pranzo (in basso)

Platani maturi


Frutta silvestre Umari´

"Carne" di cocco


All´inizio il garbage picking e´divertente ma poi - specialmente per i piu´ sensibili - comincia a diventare quasi un fardello e l´euforia per aver trovato questo e quel cibo/prodotto, lascia il posto ad un misto di tristezza-disgusto per tutto cio´che avviene dietro le quinte di tutti i supermercati/mercati/fiere del mondo.

Oggi, vivo in una comunita´di pescatori sull´Oceano ed il mercato locale e´piccolissimo dunque non c´e´modo di trovare moltissimi avanzi perche´la maggior parte del cibo viene consumato dagli abitanti del villaggio- il che in un certo senso mi rallegra , ma questo fa si,ovviamente, che debba usare denaro per comprare quasi tutto il mio cibo.

Solo quando mi reco in una citta´piu´grande qui intorno, ho la possibilita´di riempire casse di frutta matura reperendola da vari cassonetti.

Al contrario della maggior parte delle persone, non mi vergogno di essere una garbage picker.
Anzi, quando mi cibavo per mesi interi con i cosidetti "avanzi", ero molto orgogliosa per essermi presa la possibilita´di non finanziare il sistema con ulteriori fondi monetari.


Dumpster diver? Sí, grazie!

Non sono orgogliosa del modo in cui la nostra societa´ ha organizzato le pratiche agricole, del modo in cui cresciamo,trattiamo, gestiamo i nostri cibi - sia animali che vegetali.

L´unica dieta in armonia con la natura e´ quella del cacciatore/raccoglitore onnivoro, che vive del
cibo che trova nell´ambiente in cui vive. Le popolazioni indigene prima dell´assimilizione degli Occidentali, vivevano in questo modo, per  centinaia di migliaia di anni, presentando agli esploratori dei tempi, una salute fisica e mentale invidiabile.

 Qualora questo profilo non fosse possibile ai giorni nostri, allora - quando le circostanze lo permettono - uno stile di vita come contadino permacultore e´da considerarsi l´opzione migliore.
Per chi non puo´permettersi un terreno o non vuole lasciare le citta´, diventare un diver puó davvero fare la differenza.

La storia ci insegna che tutte le grandi civilta´del passato basate sull´agricoltura, pur praticando invidiabili tecniche bio-dinamiche (tipo Mesopotamia, Egitto), non sono riuscite ad evitare il loro declino.

Malnutrizione, fame ed epidemie le tappe del loro tracollo.

In conclusione, vi lascio con un´idea  su cui meditare un pochino, se volete..

Non e´necessario che diventiate garbage pickers a tempo pieno per essere consumatori piu´ coscienti.

Cambiate innanzitutto  il modo con cui guardate ai cibi "non perfettamente perfetti" e non arricciate il naso, né preoccupatevi eccessivamente per la vostra salute se un cibo presenta delle ammaccature o piccole muffe: e´perfettamente commestibile.
Quando vi recate ail mercato per fare compere ed avvistate cibi scartati in buono stato, chiedete se potete selezionarne alcuni. Una volta arrivati in casa, munitevi  di buona volonta´, lavate tutto in acqua corrente e con un coltello  tagliate via le parti non piu´fresche.
Se siete fortunati e vi lasciano fare, risparmierete centinaia di euro al mese in prodotti ortofrutticoli.


Buona Raccolta!